RINVIO CONTRATTAZIONE: L'IMPEGNO E' STATO FIRMATO IL 6 APRILE

Nazionale -

A fronte del rinvio chiesto dall’Aran per "avviare proficuamente i lavori" quantificando il personale in forza ai Ministeri, le RdB-CUB P.I. ribadiscono che il 6 aprile scorso, successivamente allo sciopero del 30 marzo, hanno firmato un impegno sul reperimento di nuove risorse e pretendono che questo impegno venga ora rispettato.

 


"Ci aspettiamo anche che tutte le altre organizzazioni sindacali facciano la loro parte mettendo in atto concrete forme di mobilitazione - dichiara Daniela Mencarelli della Direzione Nazionale Rdb-CUB P.I. - Che il primo ostacolo sia ancora la questione economica lo aveva preannunciato oggi la relazione della Corte dei Conti, dove si sostiene che le retribuzioni nel settore sarebbero cresciute troppo.

L’attacco al Pubblico Impiego dunque continua. E noi continueremo a contrastarlo, anche opponendoci a qualsiasi ipotesi di inserimento nel contratto di elementi riconducibili al Memorandum, sottoscritto da Ggil Cisl e Uil, che ha come preciso obiettivo lo smantellamento della Pubblica Amministrazione" conclude Mencarelli.

 


16 maggio 2007 - Ansa

STATALI: RINVIO NEGOZIATO A VENERDÌ, RESTA SCIOPERO
ANCORA VERIFICHE, TESORO FRENA SU 101 EURO, MONITO CORTE CONTI
di Lucia Manca

(ANSA) - ROMA, 16 MAG - Nulla di fatto nella prima riunione tra l'Aran e i sindacati che doveva segnare l'apertura della nuova stagione contrattuale nel pubblico impiego. L'agenzia, che tratta per conto del Governo, ha chiesto alla controparte un aggiornamento del negoziato a venerdì prossimo spiegando che l'Esecutivo sta ultimando alcune verifiche tecniche sui conti, e la risposta dei sindacati non si è fatta attendere con la conferma dello sciopero del primo giugno. Già domani - hanno annunciato - partiranno le circolari alle strutture in vista della mobilitazione. I sindacati non intendono arretrare di un centesimo dalla richiesta di aumento del 5,01%, pari a 101 euro, perchè - sostengono - è gia già previsto da un patto precedente. Diversa la posizione del Governo che nella direttiva all'Aran fissa l' incremento al 4,46%, cioè 93 euro. Anche se ci sarebbe una disponibilità ad arrivare a 95/96 euro. Sempre troppo pochi, comunque, per i rappresentanti dei lavoratori. Oggi in vista della riunione all'Aran è proseguito il lavoro diplomatico all'interno dell'Esecutivo per tentare di arrivare ad una soluzione, dopo le rassicurazioni di ieri del premier, Romano Prodi, ai leader di Cgil, Cisl e Uil. In particolare ci sono stati contatti tra il ministro per le Riforme, Luigi Nicolais, la presidenza del Consiglio con il sottosegretario Enrico Letta, e il ministero dell'Economia, restio ad allargare i cordoni della borsa per arrivare ai 101 euro. Il Governo, dunque, avrebbe ancora bisogno di alcuni approfondimenti tecnici (che vedrebbero il coinvolgimento della Ragioneria e dell'Inpdap), in particolare sulle cessazioni dal lavoro al dicembre 2006 e le nuove assunzioni. Gli eventuali risparmi potrebbero essere utilizzati per 'rimpinguarè le risorse già previste per il contratto. Secondo alcune stime, la differenza tra l'offerta e la richiesta sindacale comporterebbe oneri in più per circa 600 milioni per tutto il settore pubblico. La vertenza degli statali oramai non è più solo di categoria, ma riguarda più in generale i rapporti tra il sindacato e il Governo. Lo ha detto con chiarezza ancora oggi il segretario confederale della Uil, Paolo Pirani, secondo il quale se il negoziato fallisse si getterebbe «un'ombra» sui vari tavoli aperti a palazzo Chigi, tra cui c'è il difficile confronto sulle pensioni. Dura la valutazione anche del segretario confederale Gianni Baratta, secondo il quale il Governo è «incapace di sciogliere i nodi». I sindacati, dunque, giudicano «sconcertante» il rinvio e bollano come «futili» le scuse opposte. «Possibile che dalla scadenza del contratto ad oggi il Governo ancora non ha avuto il tempo sufficiente per chiarire le proprie disponibilità economiche», ha polemizzato il numero uno della Fp-Cgil, Carlo Podda. «Oggi ci aspettavamo fosse l'inizio della chiusura del contratto», ha lamentato il segretario della Uil-Pa, Salvatore Bosco. Dello stesso tenore le dichiarazioni del collega della Fps-Cisl, Rino Tarelli: «Il rinvio è figlio della poca strategia che caratterizza l'azione del governo da molti mesi. Il governo si rifiuta di rinnovare un contratto che è un diritto dei lavoratori». Per le rappresentanze di base del pubblico impiego Rdb-Cub è «grave il rinvio del negoziato. Ora - aggiunge - aspettiamo che il governo mantenga gli impegni presi. La ciliegina sulla torta è venuta oggi con le affermazioni della Corte dei Conti». Dalla magistratura contabile è venuto infatti oggi un monito a contenere le retribuzioni perchè la spesa per i dipendenti pubblici è «cresciuta, a ritmi elevati, negli ultimi anni».

STATALI: SINDACATI, RINVIO NEGOZIATO SCONCERTANTE

(ANSA) - ROMA, 16 MAG - I sindacati giudicano «sconcertante» il rinvio al prossimo venerdì del negoziato sul contratto degli statali e bollano come «futili le scuse» opposte dal governo che ha chiesto all'Aran il rinvio della trattativa. Secondo quanto riferito dagli stessi sindacati, infatti, il governo avrebbe chiesto ancora tempo per alcune verifiche tecniche sui conti e, in particolare, sulle cessazioni dal lavoro al dicembre 2006. I relativi risparmi potrebbero andare a 'rimpinguarè le risorse già previste per il contratto. Gli stessi sindacati hanno confermato che non intendono indietreggiare di un centesimo dalla richiesta di un aumento retributivo di 101 euro, secondo quanto già pattuito col governo. «È grave questo ulteriore rinvio - ha rilevato il numero uno della Fp-Cgil, Carlo Podda -, dalla scadenza del contratto ad oggi il governo dice che ancora non ha avuto il tempo sufficiente per chiarire le proprie disponibilità economiche». Per il segretario generale della Uil-Pa, Salvatore Bosco, è «sconcertante il rinvio, oggi ci aspettavamo fosse l'inizio della chiusura del contratto». «Il rinvio è figlio della poca strategia che caratterizza l'azione del governo da molti mesi - ha detto il segretario generale della Fps-Cisl, Rino Tarelli -. Il governo si rifiuta di rinnovare un contratto che è un diritto dei lavoratori». Per le rappresentanze di base del pubblico impiego Rdb-Cub è «grave il rinvio del negoziato. Ora - aggiunge - aspettiamo che il governo mantenga gli impegni presi. La ciliegina sulla torta è venuta oggi con le affermazioni della Corte dei Conti».


16 maggio 2007 - Apcom

STATALI/ SLITTA NEGOZIATO, SINDACATI: SCIOPERO CONFERMATO
Aran comunica che Governo non ha completato verifiche su risorse

Roma, 16 mag. (Apcom) - La trattativa per il rinnovo dei contratti pubblici non decolla. Il negoziato tra l'Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni) e i sindacati, è stato infatti rinviato a venerdì prossimo. Alla base dello slittamento la ricognizione sulle risorse necessarie per il rinnovo del biennio 2006-2007 che il Governo non ha ancora completato. Il rinvio è stato subito giudicato negativamente dai sindacati, che hanno confermato la mobilitazione della categoria del pubblico impiego e lo sciopero fissato per il primo giugno (il 4 giugno per il comparto scuola). "Ci siamo aggiornati a venerdì - ha detto il presidente dell'Aran, Massimo Massella Ducci Teri - in attesa che ci pervengano tutti gli elementi che ci consentano di precisare quella che è la base di partenza della trattativa. Il Governo sta completando le verifiche tecniche. Appena ci perverranno inizieremo la discussione". Secondo il segretario confederale della Uil Paolo Pirani "questo rinvio getta un'ombra scura sul negoziato ai tavoli di concertazione". Sulla stessa lunghezza d'onda il leader della categoria dei lavoratori pubblici della Uil, Salvatore Bosco: "Siamo sconcertati. Ci aspettavamo che questa sera ci fosse l'inizio della chiusura del contratto. L'ulteriore dilazione è la conferma della posizione incerta del Governo sul contratto. Riconfermiamo le azioni di lotta". Molto negativo anche il giudizio della Cgil-Funzione pubblica. "L'ulteriore rinvio è grave - ha spiegato il suo segretario generale Carlo Podda - confermiamo lo sciopero. Il Governo ha avuto tempo sufficiente, dalla scadenza del contratto, per fare i conti e le verifiche che doveva fare. Sappiamo bene che questo rinvio non è di natura tecnica, ma che ci sono problemi nel Governo". Il leader dei lavoratori pubblici della Cgil ha aggiunto: "Come è stato osservato, Prodi dirige una coalizione complicata e rissosa. L'impegno di ieri (con i leader delle confederazioni, ndr) non è servito per risolvere i problemi. Capisco che il premier deve trovare una sintesi nel suo Governo. Mi auguro che prevalga il punto di vista del presidente del Consiglio". Parole dure sono state espresse anche dai rappresentanti della Cisl: "Nel Governo c'è una confusione assoluta - ha dichiarato il segretario confederale Gianni Baratta - il Governo non sa cosa fa il Governo. Questo ulteriore rinvio nasconde una situazione poco comprensibile tra il Ministero dell'Economia e il resto del Governo. Il Tesoro non apre rispetto ai 101 euro richiesti dai sindacati, mentre tutte le dichiarazioni del Governo sono indirizzate verso questa cifra. Siamo stati riconvocati per venerdì, se avremo la certezza che ci saranno i 101 euro stabiliti negli accordi - ha concluso Baratta - e se questa cifra sarà presa come punto di riferimento e base di calcolo per il rinnovo dei contratti negli altri comparti (oggi la trattativa riguardava i ministeriali) inizieremo il confronto, altrimenti andremo allo sciopero. I messaggi tranquillizzanti lanciati dal Governo evidentemente nascondono l'incapacità dell'esecutivo a sciogliere i nodi". A rincarare la dose è il segretario della Cisl-Funzione pubblica, Rino Tarelli. "Il rinvio - ha osservato - è figlio della pochezza di strategie e di progetto che caratterizza l'azione di Governo da molti mesi. C'era un impegno, un patto sul lavoro pubblico e sui rinnovi contrattuali. Il Governo, invece, è scomparso e si rifiuta di rinnovare i contratti, che sono un diritto dei lavoratori. Non stiamo chiedendo indennità, non possiamo però accettare che un accordo fatto con i rappresentanti dei lavoratori venga ignorato. Il sindacato - ha aggiunto Tarelli - non può essere dileggiato. I sindacati esigono rispetto e il Governo ha il dovere di essere serio". Tarelli ha confermato che anche la Cisl proseguirà nelle iniziative a sostegno dello sciopero del primo giugno e che la macchina dello sciopero si fermerà soltanto se i contratti saranno rinnovati sulla base di aumenti pari a 101 euro lordi mensili. "Una somma - ha puntualizzato - che deve essere la base per tutti i comparti del pubblico impiego. Inoltre, non ci deve essere alcun divieto sulla contrattazione integrativa. Mi meraviglio solo che dopo le dichiarazioni del ministro dell'Economia, che ha detto di non sapere nulla sugli aumenti pattuiti, il sottosegretario che ha firmato gli accordi resti ancora là e non senta il bisogno di dimettersi. Osservo che c'è qualcosa che non quadra". A chiedere il rispetto degli accordi è anche la Cub, che sottolinea che la mobilitazione dei lavoratori pubblici resterà in piedi fino a quando i contratti non saranno firmati.