La giusta ambizione e la logica collocazione

Roma -

Cari colleghi,

quando molti di noi sono stati assunti con regolare concorso pubblico all’interno dell’Ispettorato, il titolo di studio richiesto per l’accesso alla posizione di “Assistente”, tanto Amministrativo quanto Agrario, era il diploma di scuola media superiore.

Vinto il concorso, ci siamo ritrovati all’interno del sistema di controllo dell’Agroalimentare “n. 1 al mondo” o, come meglio propagandato “The best in the world…”; tra i tanti giovani colleghi assunti insieme a me nel ruolo di Assistente Agrario (Area II F3), molti amici e compagni di scuola, i quali, oltre al richiesto diploma vantavano lauree, Master e Dottorati di ricerca vari.

Certo le aspettative tra di noi erano diverse, chi concorreva per un posto di “Assistente Agrario” con i titoli di studio propri dell’Area III (laurea) in realtà guardava con giusta ambizione e logica collocazione a divenire nel corso degli anni “Funzionario Agrario”, così come per i colleghi Assistenti Amministrativi.

Cosa è cambiato nel corso di questi anni rispetto alle aspettative iniziali? Perché vengono portati avanti certi concetti che minano e frammentano la nostra unità? La possibilità di poter usufruire delle tanto agognate progressioni economiche secondo certi criteri proposti da questa o quella sigla sindacale in realtà cela la volontà di frammentare, di dividere l’unità di intenti del personale.

Riteniamo che l’iniziale proposta dell’Amministrazione, quella di favorire le progressioni economiche tra le aree secondo i tre pilastri centrali (esperienza professionale, valutazione, titoli di studio) fosse ad oggi quella più valida e che, nel rappresentare questa o quella proposta, le OO.SS. abbiano solamente perso tempo.

Al riguardo attribuire un punteggio maggiore, nelle proposte inoltrate dalle OO.SS circa i criteri di selezione volte alle progressioni economiche, alla persona con più titoli o incarichi o master o abilitazioni professionali all’interno dell’Area II (diplomati) è solamente discriminatorio verso la qualità del lavoro di TUTTI i colleghi appartenenti alla stessa Area.

Crediamo sia d’obbligo precisare come nell’adottare certi criteri per promuovere Tizio piuttosto che Caio, si debbano individuare specifici parametri. Quali vogliamo tenere maggiormente in considerazione? Il Titolo oppure il Merito? Si ritiene giusto sostenere che il solo titolo di studio non possa prevalere sul merito del lavoro svolto in quanto non rappresenta e garantisce l’effettivo contributo che la risorsa umana ha fornito alla struttura.

A volte chi propone certi criteri forse dimentica, o ignora, l’assenza di un’efficiente organizzazione del lavoro in questa Amministrazione, nella quale è possibile “apprezzare” come un Assistente Amministrativo in possesso di due lauree e di abilitazione all’esercizio della professione forense sia destinato all’inserimento di pratiche nelle procedure informatiche e come, di contro, molti Assistenti Agrari (diplomati) oltre alla mansione di ispettore, esercitano anche il ruolo di Funzionario Amministrativo predisponendo e redigendo le controdeduzioni agli scritti difensivi mossi dagli avvocati delle ditte contestate, solo per citare piccoli esempi.

Pertanto, come pretendere alcune puntualizzazioni sui ruoli e sulle progressioni, quando mancano anche i presupposti minimi di rispetto reali dei profili professionali?

Nel decennio 2009-2019, l’Amministrazione è stata in grado di valorizzare tutte le professionalità presenti nella struttura, o le ha solo sfruttate a proprio tornaconto?

Il malessere di coloro che, in possesso di una Laurea, non hanno potuto accedere ad una progressione della propria carriera, ferma al punto di partenza o quasi, è pienamente condivisibile.

Chiunque con un briciolo di dignità può sostenere che uno scatto all’interno dell’ “Area II” non restituisce la minima giustizia al personale laureato ed altamente specializzato che auspica una carriera diversa.

Vittime della Legge Brunetta e di altri strumenti normativi, unitamente all’inconsistenza della rappresentanza sindacale ed all’inadeguatezza dell’Amministrazione, ci troviamo oggi ad avere un’opportunità unica per rendere onore alle aspettative del personale.

Il decreto Madia apre nuovi spazi alla progressione verticale, non mediante riserva di posti in concorsi pubblici, ma attraverso concorsi interamente riservati, come nel vecchio regime normativo: questa “possibilità” ha validità solo nel triennio 2018-2020, ed è forse lo strumento “appropriato” per misurare quanto questa Amministrazione tenga ai propri dipendenti.

Pertanto, prima di bandire i tanto necessari concorsi esterni per reintegrare le piante organiche, bisogna assolutamente rivedere, con onestà e senza ipocrisie, il fabbisogno nei diversi ruoli e far sì che tutto il personale che ne abbia i requisiti, possa finalmente procedere alle progressioni tra le aree.

L’invito che rivolgo a tutti è di mantenere saldi i rapporti tra i colleghi e di favorire la coesione … non riduciamoci alla guerra tra poveri percorrendo presunti interessi personali ma perseguiamo, tutti insieme, le giuste iniziative per rendere giustizia all’attuale insostenibile situazione.